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martedì 21 ottobre 2014

Ode al belga

Basta criticare gli stranieri che ci ospitano, dire che non hanno il bidet e non sanno cucinare come noi. Ogni volta che leggo pagine di italiani all'estero scopro critiche e senso di superiorità.

Dopo 4 anni voglio dirlo, e scriverlo: ode al belga!
  • al belga che in autostrada si sposta a destra anziché farti passare ogni volta in corsia di sorpasso
  • Al belga che non va nei bar fighetti, ma esce in centro, vestito comodo e va nel vecchio bar sgangherato, con tavoli e sgabelli in legno, pieni di incisioni, dove finisce alle 4 del mattino ballando sul tavolo, lo stesso bar nel quale andava da ragazzino, dove ha vomitato l'anima almeno 8 volte e magari, c'ha pure conosciuto la moglie.
  • Al belga che, appena scorge un raggio di sole, pallido o estivo che sia, tira fuori casse di birra e barbecue, perché l'importante è godersi il momento e non lamentarsi sempre del tempo ballerino.
  • Ode al belga  che programma con cura I suoi week end, lavorando come un mulo in settimana, ma riempiendo ogni minuto del fine settimana di famiglia, "petit resto", passeggiate "en amoureux", tennis, tanto che per averlo libero devi chiedergli l'agenda del mese dopo
  • Al belga che non ti tratterà mai con superiorità ma, pur conoscendo 3 lingue, di base, avendo studiato, parlando perfettamente inglese, avendo fatto viaggi a destra e a manca, ancora riesce a sedersi accanto a te e confessarti che è proprio innamorato dell'Italia, costi quello che costi, crisi o non crisi, del sole, di Roma e del gelato.
  • Al belga che ti chiede se ti manca casa, perché anche se sei qua, sa che casa tua è più lontana e sa che vivere lontano da casa non è facile.
  • Al belga che compra la casa giovane, fa progetti, si impegna, risparmia, perché lo stato glielo permette, e si rende conto di essere più fortunato di molti altri europei.
  • Al belga, e qua si entra nello specifico, all'abitante di Liegi, che si fa prendere in giro per l'accento, ma poi ti paga una tournée e non ti sfotte se ancora non sai la differenza tra au dessou en dessous..si insomma; quella roba li
  • Al "liégeois" che alla domenica va alla batte e si ferma sempre a comprarsi qualcosa di italiano
  • Al liégeois che per bere qualcosa va a place du marché
  • Al liégeois che non mancherebbe la foire d'ottobre per nulla al mondo e pure les couteaux de Liège del primo week end di ottobre
  • Al liégeois che boulet frites vale più di una fiorentina.
Per tutto questo, e molto altro, ringrazio di esser capitata qua, con gli alti e bassi che ci sono, in un paese, e soprattutto in una città, che non mi ha mai, in 4 anni, fatto sentire indesiderata o straniera, che mi ha aperto le porte e garantito un futuro. Non tutti hanno questa fortuna.

buon belgiversario a me :)
vista sulla Passerelle, domenica mattina


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