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domenica 22 giugno 2014

Liège, la città ardente

Liège, la cité ardente, la chiamano cosi.

Se avessi solo poche righe per raccontarvela, vi direi innanzitutto che è una città divisa in due dalla Mosa, prima cosa che si impara vivendoci, e che questa divisione crea due identità totalemente diverse: la città e la parte oltre la mosa, l'otremeuse, che è una vera isola nella città. Si chiama per esteso République Libre D'Outre-meuse, riporto qui la storia della leggenda raccontata sul sito:

http://www.tchantches.eu/index.php/legende-de-tchantches 

Tchantchès, i fatti son totalmente anacronistici, sarebbe nato in oeutre-meuse in modo miracoloso, il 25/08/760, quella che oggi si chiama Repubblica Libera d'Outre-Meuse.
Dalla nascita, appena fu trovato dalla gente del luogo, lo si poteva già sentir cantare: "Allons, la mère Gaspard, encore un verre !". 
Fu un bebé ingordo, che non smetteva mai di ridere, ma la sola cosa per la quale faceva il muso era la vista dell'acqua, per addolcirlo, suo padre gli faceva mangiare un biscotto pucciato nel peket, cosa che lo lasciava assetato per tutti i giorni a seguire.

 Come tutti coloro che son destinati a fare grandi cose, Tchantchès, iniziò la sua vita con una bella botta sul naso presa alla fonte sacra della chiesa, cosa che gli fece crescere il naso a dismisura, cosi tanto da renderlo ridicolo e da farne il soggetto preferito delle maschere di carnevale. 
Successivamente a causa della rosolia, fu obbligato a bere dell'acqua con del ferro dentro, e cosi facendo fini per ingoiare un pezzo di ferro di cavallo che gli rimase a vita incastrato in gola; ecco perché Tchantchès è da allora capace di guardare solo a destra e a sinistra, e per guardare il cielo doveva mettersi a pancia in su, per guardare invece per terra doveva stendersi al suolo.
A causa del suo naso da Cirano, gli ci vorrà del tempo per convincersi a uscire di casa, ma quando lo farà, parteciperà ad una processione in qualità di Saint-Macrawe, vestito con una barba nera e issato su una sedia per fare il giro del quartiere.
Il risultato fu talmente positivo, e il suo animo gentile cosi apprezzato, che ben presto venne soprannominato in vallone
"Prince di Dju d'là Mouse", ovvero principe d'oltre mosa.


Un giorno, mentre camminava sul bordo del fiume, incontrò il vescovo Turpin e Roland, nipote di Carlomagno. Il vescovo stava rimproverando Roland per gli scarsi risultati in latino quando Tchantchès, irriverente come al solito, intervenne nella conversazione.

"Oui, Seigneur Chevalier Roland, le latin ne sert à rien du tout, mais est très utile quand même". 

"Quel est ce manant ?" chiede Roland. 
"Tchantchès, Prince de Dju d'là, pour vous servir Seigneur Chevalier" . 
Il vescovo guardò il ragazzo con compiacenza : "Et bien, Tchantchès, je vais te présenter céans au grand Empereur Charlemagne, tu serviras dorénavant de compagnon à son neveu Roland".
E fu cosi che Tchantchès divenne l'accompagnatore di Roland, nipote di Carlomagno, e fece il suo ingresso a corte. Gli fu inseparabile, notte e  giorno insieme, caratterizzando la sua vita con episodi pittoreschi e frasi memorabili.
Con lui tutte le battaglie erano vinte, ma fu un episodio che ne segnò la sconfitta: si addormentò prima di una battaglia che fu poi persa.
A causa di questa disavventura Tchantchès decise di tornare a Liège, dove visse i suoi ultimi anni. Morì a 40 anni, solo, senza essersi mai sposato.
Tchantchès resta l'emblema del vero Liègeois, testone, sbeffeggiatore, che canta a gola spiegata, nemico delle grandi cerimonie fastose, indipendente ma con un grande cuore d'oro, pronto ad infiammarsi per le cause nobili.

Perchè venire a Liegi? Per i suoi colori di notte, per i suoi bar, la sua musica, il suo buon umore, per tanto altro che non può semplicemente essere raccontato in qualche riga.
Mi ci vorrà sicuramente qualche post in più :)
Nella foto il ponte di Fragné, fotografato questo giovedi sera.


lunedì 9 giugno 2014

Un lunedi festivo in Belgio

Il barbecue è l'essenza del giorno festivo in Belgio, o quanto meno di Liegi.(e poveri animali che ancora a sti qua non gli facciam cambiare idea sulla carne)

Per chi come me arriva da un paese dove fa spesso caldo, tanto caldo, è divertente vedere come una giornata di sole viene attesa, programmata e vissuta appieno quassù

Si inizia con la meteo; la si studia dal lunedi più o meno, e nel corso della settimana ne si verifica l'attendibilità. Si continua con i piani di metà settimana; che fare?

Come sfruttare al meglio un giorno di sole? Nulla va sprecato, tutto deve essere deciso in modo che si arrivi alla sera cotti ma stanchi.

La crew: qua si fa tanto in famiglia, benché divorzi e tradimenti sian all'ordine del giorno come lo sono da noi, si fanno tante attività in famiglia, chi ne ha una grande se la tiene stretta, i figli son sempre minimo 2, anche perché gli aiuti statali sono cospicui.
Chi invece, come me, è all'estero, cerca una famiglia negli amici e nel ragazzo e con loro si condividono i week end di sole, e non. Il fattore X:l'imprevedibilità del tempo. Nulla è certo qua; farà bello, dicono.

Poi piove alle 12 con il sole e il bbq che si prepara sul fuoco, poi si passa a 34 gradi (sempre come oggi) e alle 18.57 (ora del mio post), già sentono i tuoni in lontananza.

La giornata: è divertente vedere come il giorno X tutti i supermercati son pieni all'alba; e quelli che stan programmando di mangiare all'aperto li riconosci subito: baguette, prosciutto, formaggio, boudin blanc (una specie di salsiccia bianca fatta di carne compressata insieme), e cassa di birra, immancabile la Jupiler qua.

Lo svolgimento: la fiera del polpaccio bianco, ma ancor più, delle schiene rosse alla sera. Si beve, tanto e comunque, e si festeggia, con gli occhi al cielo ogni ora perché questo sole ininterrotto sembra una benedizione.

Noi italiani lo bramiamo, lo attendiamo e ne approfittiamo pure per lamentarci che "stotempodimerdadelbelgio", poi però, dato che non siam più abituati, siam i primi a scottarci :)

 I paesi del nord ti fanno apprezzare le piccole cose, in Italia avrei rognato perché con il caldo sudo e mi si appiccica tutto, qui attendo con loro che faccia bello la mattina per correre a aprire le finestre, far passare aria ovunque e progettare la mia preziosa giornata soleggiata, ci si gode gli amici, ci si sente in pace col mondo e si dimentica per un pò, la lontananza da casa.

domenica 8 giugno 2014

Cosa fare a giugno a Liegi

Cosa fare a giugno a Liegi?

Direi che c'é solo l'imbarazzo della scelta!
Questo week end in particolare era pieno di cose da vedere,mangiare, e bere soprattutto!

Dal 5 al 9, vicino alla piazza più grande di Liegi, piazza Saint Lambert, c'è un villaggio che si chiama "les epicuriales", esce un pò dal contesto classico di villaggi estivi di liegi, perchè ritrovo, come ogni anno, quella clientela un pò snob, tirata a lucido, che fa tanto Italia.
Il tema degli epicuriales, è generalmente incentrato sull'alta cucina, francese, belga, ma non solo.
Abbiam preso due antipasti in uno stand di un ristorante brasiliano presente in città, si paga in gettoni, ma i gettoni anche se colorati non ti fan certo dimenticare che..non è tra gli eventi più economici dell'anno.

Per un antipasto con scampi in salsa piccante e un altro di coquilles saint jacques innaffiate da..acqua frizzante e coca cola ne siam usciti con 13 gettoni in meno, ergo..26 euro.
Ma la musica carina, la gente tanta, quel non so che di esotico del ristorante brasiliano, il sole che oggi finalmente era bello presente, ci han fatto dimenticare in fretta il conto.
Giusto accanto, letteralmente dall'altra parte della strada, c'era il Liège beer lovers festival, è la prima volta che si organizza a Liegi un festival simile, c'erano più di 20 brasserie diverse, locali, regionali e non, a presentare le loro birre. Dato che, tra un bicchiere di champagne e una birra fresca, a me servon solo 2 secondi per scegliere, non ce lo siam fatti dire due volte e ci siam fermati allo stand della Curtius, birra belga fatta giusto a poche centinaia di metri dal centro. Il gusto è fresco, la birra leggera, e fa pensare un pò alla Hoegaarden blanche, per chi ne ha provata una.

I prezzi al festival della birra eran molto più ragionevoli, nessun bicchiere di plastica, ma solo piccoli in vetro con cauzione di 1 € (l'ambiente ringrazia), per quest'anno niente da mangiare, ma son certa che l'anno prossimo si saran già organizzati con assaggi di formaggi e salumi vari.
Per finire, da venerdi, le scale della Montagna di Bueren sono ricoperte di fiori che rappresentano varie forme; api, fiori, nuvole e per finire, in cima, il sole.
La montagna prende il nome da un nobile vissuto tra il 1440 e il 1505 Vincent de Bueren, che lottò fin alla fine per proteggere Liegi dall'assalto del duca di Borgogna.
La scala che porta al parco della Cittadelle è composta da 374 gradini, con panchine nel mezzo per chi rischia l'infartino da "performance finto sportiva", tipo me nei giorni migliori.
In cima la vista merita la faticaccia.

Si vede Liegi, divisa in due dalla Mosa, da una parte tutti tetti diseguali e in outremeuse, si vedono palazzoni vecchi e nuovi che si affacciano sull'acqua, la cité administrative e il ponte degli archi che collega "l'oltre la mosa" con la piazza saint Lambert.
Dopo 3 anni, quasi 4 è un profilo che conosco, che pian piano mi è diventato familiare e che ho imparato a amare, non come si ama casa, ma come si ama chi ha saputo accoglierti a braccia aperte, darti lavoro e offrirti un nuovo inizio.
Ho fatto qualche foto, per darvi un'idea.
Buon inizio settimana a tutti!