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lunedì 21 aprile 2014

Durbuy

Ovvero il più piccolo paesino del mondo, si dice.
Copiando spudoratamente da Wikipedia posso raccontarvi che si tratta di una cittadina situata nella vallonia, ovvero la parte francofona del Belgio, diciamo a 50km da Liegi (fatta oggi pomeriggio quindi la fonte è abbastanza attendibile)
Si parla di Durbuy come della più piccola città al mondo, si tratta in realtà di uno slogan turistico che si riferisce a una carta donata dal re Jean de Bohème, conte del Lussemburgo, nel non troppo vicino 1331, carta con la quale Durbuy ha acquisito il titolo di città sulle rive dell'Ourthe, il fiume che ci scorre giusto accanto.
Visitarla è magnifico, la cittadina, mini-paese, come si vuole chiamarlo, è piccola e incantata, tutte le case son in pietra vecchia, con negozietti e terrazzine per prendere un caffé (o una Durbuoise :) ) all'aperto.
Gente ce n'é ogni week end, ogni giorno di festa, ogni momento libero, perché già la strada che porta al paese è immersa nel verde e trasmette pace e il famoso "senso di vacanza", una volta poi seduti nella tranquillità della stessa Durbuy, si ha l'impressione di aver dimenticato tutti i problemi che città come Liegi sanno regalare ogni giorno.
Per chi non c'è stato è da fare, per chi l'ha già vista, spero di aver reso un pò della magia che il posto regala. Per i più avventurosi inoltre,  ci sono percorsi in kayak e Durbuy aventure (check google per saperne di più), che offre percorsi tra gli alberi (check mia mamma per testimonianze dirette!!), arrampicate, il volo dell'angelo e altro ancora.

Ho fatto alcune foto, perché parlare mica basta a farvi capire di cosa si tratta.
Le botteghine riservano mille soprese e un sacco di prodotti tipici che fan dire a me, in piena dieta, che sarebbe stato il caso di iniziare la settimana dopo e godermi tutti questi mieli/pain d'épices/birre e tutto il resto :)
La città stessa la trovate rappresentata in foto molto più professionali delle mie, qui mi son soffermata su qualche dettaglio accattivante.



sabato 5 aprile 2014

Nuovo lavoro, nuova vita?

Cambiare lavoro, check, pure questo nel 2014.
Lo sentivo che sarebbe stato un anno top, o quanto meno un anno di cambiamenti; dopo la casa è arrivato il momento di dare le dimissioni e cambiare tutto.
Ironia della sorte, prima; ovvero fin a inizio 2013, vivevo a Waremme (http://www.waremme.be/ ) ridente cittadina di 10.000 abitanti a 22km da Liegi, e lavoravo quasi a Liegi.

Ora invece che la mia umile dimora è a Liegi, precisamente in outremeuse (http://fr.wikipedia.org/wiki/Outremeuse) bella, bellissima, poetica e incantatrice outremeuse, mi trovo a tornare  a lavorare  a Waremme.

La ruota gira :) insomma nuovo lavoro!

Come funziona? innanzitutto andarsene. Una nuova legge è passata dal 1/01/2014, e per tutti i contratti firmati dal 2012 contavan le settimane di preavviso accumulate (se arrivati al massimo non se ne potevan aggiungere altre, il massimo dovrebbe essere 15 credo), e per ogni trimestre del 2014 se ne aggiungeva una. Insomma, avendo io 1 anno e mezzo di anzianità avevo già 6 settimane di preavviso, alle quali si è aggiunta la settimana del primo trimestre di gennaio/marzo 2014. Ottenuto un piccolo sconto, mi son dimessa il 17/02 son partita il 28/03.

E che cambiamento!!nuovi orari, colleghi, team, lavoro, mercato..che botta di vita!

Ancora una volta mi trovo ad osservare, stupita, la gentilezza di queste persone, che mi trattano come se non fossi un'immigrata, ma qualcuno nato e cresciuto a casa loro.
Noi italiani siamo come siamo, conosciuti per il nostro carattere aperto, impulsivo, appassionato, turbolento, ma questi belgi posati, saggi, calmi, sicuri di quel che vogliono, mi strappan sempre un momento di riflessione.

Ci sono solo 850 km tra casa mia e qua eppure a volte sembra cosi diverso.
Qui i giovani si mettono assieme MOLTO giovani, e hanno progetti MOLTO importanti, a 18 anni parlan già del "fidanzato", IL non UN, con il quale dopo di solito 5 anni vanno a convivere, comprano casa, ci crescono assieme, e se tutto va bene, ci fan pure dei figli. Nel frattempo studiano (inizian un anno prima di noi), quindi a 22/23 han finito, son sul mercato del lavoro, sanno dove vanno, cosa vogliono, cosa vorranno dal loro futuro.

Quelli che conosco non si accontentano, cercano, cambiano, sempre  con la testa sulle spalle (non si lascia un lavoro senza averne un altro), progettano, fanno progetti a misura loro, mattone dopo mattone, passo dopo passo.

Non è tutto rose e fiori, e dove lo è, ma dopo 3 anni e mezzo di Belgio non posso che rispettarli profondamente e augurarMI e augurarCI, di imparare un pò dall'umiltà di queste splendide persone che mi han sempre accolto a braccia  aperte senza mai, una sola volta, farmi pesare le mie origini né imporsi o cercare di mettermi i bastoni tra le ruote.

Ci fosse un pò più di Belgio in Italia, chissà, magari sapremmo tirarci fuori un pò meglio dalla merda nella quale ci han cacciato.

ps: mi è stato chiesto di collaborare a una pagina FB
https://www.facebook.com/pages/DONNE-CHE-EMIGRANO-ALLESTERO/420303434782648
mi chiedo se qualcuno potrebbe essere interessato dalle mie istantanee di vita da quassù. Forse si? A meditare.